di Giuseppe Ciacci
Per arricchire ed aggiornare l’argomento sulle “Belle” di Acquapendente voglio aggiungere questo mio modesto contributo alla discussione.
Per prima cosa è bene aggiungere alla visione di tutti il piatto in collezione privata (fig. 1) presente nel primo saggio1 che tratta dettagliatamente l’argomento in questione tratto da Le “ Belle” nella ceramica di Acquapendente; aut. Romualdo Luzi in, Le ceramiche medievali e rinascimentali di Acquapendente, “Atti del I Convegno di studi. Acquapendente 20 Maggio 1995”.
fig 1
Su di esso è riportata la data 1588 ed il cartiglio è verticale come il piatto di Cremelia aggiungiamo quindi
“LIVISA BELLA” alla nostra parata di bellezze; nella scheda Luzi descrive il piatto come realizzato ad ingobbio sotto vetrina, interessante anche il frammento proveniente da Farnese2 descritto nello stesso articolo che sappiamo ingobbiato e invetriato esternamente (fig.2)
fig 2
A questo punto volevo aggiungere alcuni frammenti (fig.3-fig.4-fig.5) provenienti da Acquapendente3 in particolare
fig 3
fig 4
I primi due dagli scavi di via Rugarella 84 (2014) mentre il frammento di fig. 5 dagli scavi di Piazza Tranquillo Guarneri (1990), questi frammenti da una prima analisi sembrano tutti realizzati con la tecnica dell’ingobbio ed hanno l’esterno invetriato.
Così come i due frammenti da raccolta privata (fig.6 e fig.7) anch’essi provenienti da Acquapendente4.
fig 6
fig 7
E’ impressionante come tutti questi frammenti possano essere indistintamente sovrapposti ad uno qualsiasi dei piatti delle nostre belle senza che i piatti stessi perdano la loro compiutezza grafica. Mi sono divertito a fare una piccola manipolazione fotografica per dimostrare l’appartenenza di questi frammenti a piatti identici a quelli in questione (fig. 8, 9, 10, 11).
fig 8
fig 9
fig 11
Questo a dimostrazione che per circa 20 anni (1579-1596) la produzione di queste tipologie di piatti ha utilizzato gli stessi spolveri e lo stesso modus operandi, con lievi modifiche che riguardano l’ornato e gli accessori; altro accostamento irriverente può essere “l’ispirazione iniziale” che può aver avuto il pittore delle belle, rubando la posa a qualche copia circolante della venere del Botticelli (fig.12) perdonatemi l’azzardo ma i mezzi informatici ci permettono questo ed altro.
fig 12
Ritornando sull’argomento può essere interessante, per approfondire l’iconografia, elencare i tipi di orecchini, la collana principale, il pendente della collana, la collanina secondaria (sempre presente), così come le finiture degli abiti, le acconciature dei capelli, le date e i cartigli con i nomi. Il solo confronto tra i decori del corpetto (fig13): tre linee verticali alternate con spazi riempiti da x e da riccioli o s segnati in senso orario e antiorario, graffiti in bianco su fondo blu, permette di dire che sono pressoché identici su tutte le “belle”5.
fig 13
Voglio ora inserire una nota di attualità nella discussione mostrando ciò che gli artigiani di Acquapendente ancorati alla forte tradizione locale ancora producono; le foto (fig. 14-15-16) che seguono sono ceramiche6 che richiamano le nostre belle del passato e dovute all’abile mano del ceramista aquesiano Claudio Ronca.
fig 14
fig 15
fig 16
Sono dunque tante le “belle” sconosciute che sono state prodotte negli anni e per il futuro ci dobbiamo aspettare di incontrarne altre, magari con qualche indizio per poter dare un nome al “Pittore di Cremelia” .
Per concludere essendo tutti i frammenti prima illustrati e i piatti descritti da Luzi ingobbiati e invetriati all’esterno è interessante capire se il piatto di “Cremelia” può essere un discriminante essendo una maiolica, non ingobbiata; se la Prof.a Gardelli ha la possibilità di fare una ricognizione sul piatto ci può aiutare ad escludere questo, che ad oggi è l’unico elemento che differenzia la nostra bella dalle altre.
NOTE:
1) in “LE CERAMICHE MEDIOEVALI E RINASCIMENTALI DI ACQUAPENDENTE” , Atti del I° Convegno di Studi (Acquapendente 20 maggio 1995) a cura di Renzo Chiovelli, edito dal Comune di Acquapendente e dalla sede locale dell’ Archeoclub d’Italia, Maggio 1997, pag.63-71
2) come sopra pag. 106 e in “Ceramiche medievali e rinascimentali del Museo di Farnese” Testimonianze dai butti del centro storico, Luciano Frazzoni, edito dal Sistema Museale del Lago di Bolsena, Quaderni n° 8, Bolsena 2007, pag.43.
3) Scavi eseguiti dalla Soprintendenza per l’Etruria Meridionale in collaborazione con l’Archeoclub di Acquapendente.
4) In uno dei frammenti ingobbiati ed invetriati all’esterno si intravede il cartiglio con parte del nome “BATOM”?
5) Anche il frammento di fig. 7 ha il corpetto con le stesse caratteristiche degli altri piatti.
6) le immagini delle ceramiche sono state riprodotte su mattonelle smaltate 20×20 cm. tratte da disegni originali.
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