15. ottobre 2015 · Commenti disabilitati su Gli Archivi delle Antiche Diocesi di Castro e Acquapendente · Categorie:Studi e saggi · Tag:, , ,

Sala archivio

Sala dell’archivio vescovile di Acquapendente

A cura di Monica CECCARIGLIA e Danila DOTTARELLI

L’origine della sede vescovile di Castro risale, probabilmente, all’VIII secolo, quando in seno al Sinodo Romano del 769 tra i vescovi partecipanti si trova un Lautfredus Episcopus Castri.

S. Savino, vescovo patrono di Castro

S. Savino vescovo, patrono di Castro

Le ragioni per cui la diocesi fu traslata ad Acquapendente, a seguito della distruzione della città di Castro, devono essere ricercate nel fatto che gli stessi Vescovi di Castro, per beneplacito di papa Clemente VII o più probabilmente di papa Paolo III Farnese, divennero commendatari dell’Abbazia del Santo Sepolcro di Acquapendente, di cui gli ultimi Vescovi castrensi assunsero il titolo di Abati.

Fu quindi nel 1649 che la diocesi fu traslata ad Acquapendente con la bolla, In supremo militantis Ecclesiae, di papa Innocenzo X; stessa sorte toccò anche al Capitolo di Castro.

La basilica del Santo Sepolcro divenne la cattedrale e qui furono trasportati tutti gli arredi sacri, le suppellettili, le sacre reliquie ed il corpo di S. Bernardo, vescovo di Castro. In questo modo la diocesi di Acquapendente, accorpando tutto il territorio della diocesi estinta ed alcune parrocchie della diocesi di Sovana-Pitigliano, venne separata da quella di Orvieto a cui apparteneva.

Nel 1785 si verificò il passaggio di Proceno ed Onano, a quei tempi sottoposte alla giurisdizione del vescovo di Sovana-Pitigliano, alla diocesi di Acquapendente in luogo di Manciano e Capalbio.

Nel 1920 la diocesi in questione fu congiunta a quella di Bagnoregio ed il 14 giugno 1951, con il vescovo Luigi Boccadoro, fu unita “ad personam”a quella di Montefiascone.

Nel 1973 Torre Alfina, frazione di Acquapendente, appartenente alla diocesi di Orvieto, venne annessa a quella di Acquapendente; Trevinano, già nella diocesi di Città della Pieve, subì la stessa sorte.

Nel 1986 con la bolla del 27 marzo di Giovanni Paolo II, nel piano di ristrutturazione e di unificazione delle diocesi italiane, venne costituita la nuova diocesi di Viterbo in cui confluì quella di Acquapendente. Le parrocchie, al momento dell’estinzione della diocesi, erano nei comuni di Acquapendente, Canino, Cellere, Farnese, Ischia di Castro, Onano, Proceno.

Gli Archivi delle antiche diocesi di Castro e Acquapendente hanno sede presso il palazzo Vescovile, appartenuto alla famiglia Oliva e acquistato nel 1650 dalle confraternite di Acquapendente per la residenza dei vescovi della Diocesi.

Gli archivi sono stati completamente riordinati tra il 2007 e il 2009 e sono messi a disposizione dei cittadini e dei ricercatori.

Archivio storico della diocesi di Castro

L’Archivio storico della diocesi di Castro conserva documentazione propria della curia, del Capitolo e delle confraternite della città di Castro, per un arco cronologico compreso tra il XV secolo e la prima metà del XVII secolo.

Serie

Estremi cronologici

Consistenza

Visite pastorali

1477-1641

12

Sinodi

1564-1625

10

Bolle e altri atti vescovili

1465-1623

5

Catasti

1502-1611

5

Istrumenti

1453-1648

16

Atti civili

1577-1649

16

Atti criminali

1588-1632

10

Ordinazioni

1557-1581

1

Atti matrimoniali

1564-1649

3

Miscellanea

XV sec.-1649

6

Gli archivi aggregati

  • Capitolo di Castro

  • Confraternita di S. Giovanni Evangelista di Castro

  • Confraternita della Misericordia di Castro

  • Confraternita del Santissimo Sacramento di Castro

Archivio storico della diocesi di Acquapendente

L’Archivio storico della diocesi di Acquapendente conserva sia documentazione propria della curia di Acquapendente sia documentazione prodotta da altri enti quali ospedale, seminario, confraternite, monasteri ed opere pie; l’arco cronologico è compreso tra il XV secolo ed il XXI secolo (le carte posteriori al 1986 si riferiscono a pratiche e questioni riguardanti la ex diocesi e qui portate e conservate dall’ultimo cancelliere).

Le serie dell’Archivio storico della diocesi di Acquapendente

Serie

Estremi cronologici

Consistenza

Visite pastorali

1650-1961

162

Sinodi

1665-1959

7

Relazioni ad limina

1820-1954

8

Notificazioni, circolari, editti e altri atti

1656-1966

26

Bollari

1650-1936

10

Istrumenti, testamenti

1650-1868

30

Rescritti e decreti

1713-1967

26

Atti della cancelleria

1753-1989

21

Giurisdizione ecclesiastica

1650-1989

500

Ordinazioni

1690-1968

42

Benefici

1658-1900

16

Concorsi, atti di possesso

1695-1966

8

Mensa vescovile

1681-1982

17

Corrispondenza

1650-2005

59

Amministrazione

1656-1994

5

Amministrazione delle parrocchie

1546-1986

121

Amministrazione contabile

1687-1982

13

Succollettoria degli spogli

1817-1914

1

Cassa diocesana

1865-1968

8

Ufficio amministrativo diocesano

1896-1986

20

Ufficio messe

1920-1968

5

Atti matrimoniali

1650-1967

367

Transunti

1900-1976

59

Libri di messe

1733-1972

32

Miscellanea

1556-1984

42

Gli archivi aggregati

  • Archivio storico del Capitolo di Acquapendente

  • Confraternita di S. Antonio Abate di Acquapendente

  • Confraternita della SS.ma Trinità di Acquapendente

  • Confraternita della Misericordia di Acquapendente

  • Confraternita dell’Orazione e Morte di Acquapendente

  • Confraternita di S. Nicola da Tolentino di Onano

  • Confraternita del Purgatorio di Onano

  • Confraternita del SS.mo Sacramento di Onano

  • Confraternita di S. Giovanni Battista di Onano

  • Monastero di S. Chiara di Acquapendente

  • Monte di Pietà di Acquapendente

  • Archivio dell’Ospedale e del Seminario di Acquapendente

  • Associazione S. Vincenzo de’ Paoli di Acquapendente

  • Orfanotrofio di S. Maria Assunta di Acquapendente

  • Opera pia Pellei di Acquapendente

  • Opera pia Sersanti di Acquapendente

  • Opera pia del Purgatorio di Proceno

  • Opera pia Paicci di Proceno

  • Opera pia Pinelli di Onano

  • Azione Cattolica di Acquapendente

Visita pastorale di mons. Alessandro Fedeli

Documento riguardante la visita pastorale di mons. Alessandro Fedeli

L’Archivio storico diocesano vista la varietà di documentazione conservata può permettere agli studiosi e agli appassionati della storia locale di impostare ricerche afferenti all’ambito religioso, statistico-demografico (studi di onomastica, ricerche genealogiche, ecc.), giudiziario (reati civili e criminali attraverso lo studio delle carte del tribunale ecclesiastico), assistenziale (carte delle confraternite, dei conventi, degli ospedali, delle opere pie), nonché svolgere studi storico-artistici-architettonici (registri delle visite pastorali e di contabilità), di storia dei costumi (editti e notificazioni vescovili) ed antropologici (evoluzione del comportamento e della pratica religiosa).

Archivio delle diocesi di Castro e Acquapendente

Via Roma, 85 –01021 Acquapendente – Viterbo

Per informazioni: Centro diocesano di documentazione di Viterbo, tel. 0761/325584

Orario di apertura: sabato 9-12,15 (orario invernale)

9,30-12,15 (orario estivo)

16. settembre 2015 · Commenti disabilitati su Video della prima Conferenza sulla Ceramica di Acquapendente · Categorie:Studi e saggi

Pubblichiamo in due parti la registrazione video relativa alla Conferenza tenuta da Alberto Piccini e da Fabiano Tiziano Fagliari Zeni Buchicchio.

Parte 1

Parte 2

24. agosto 2015 · Commenti disabilitati su Seconda Conferenza sulla Ceramica di Acquapendente dal XIII al XVIII secolo · Categorie:Studi e saggi · Tag:, ,

cover_conferenza_29

Il 29 agosto 2015 dalle ore 10,30 si terrà ad Acquapendente presso la Sala Conferenze del Museo della Città il secondo incontro del “Ciclo di Conferenze sulla Ceramica di Acquapendente dal XIII al XVIII secolo“: La simbologia della Passione di Cristo nella maiolica del Lazio”, a cura di Romualdo Luzi.

03. agosto 2015 · Commenti disabilitati su Presentazione del volume sulla ceramica ritrovata a Sant’Agostino in Acquapendente · Categorie:Studi e saggi

locandina_invito

Invitiamo tutti gli appasionati a partecipare all’evento. Dopo la presentazione sarà organizzata una visita guidata alla sezione del Museo della Città presso la Torre Julia De Jacopo.

 

di Giuseppe Ciacci

Per arricchire ed aggiornare l’argomento sulle “Belle” di Acquapendente voglio aggiungere questo mio modesto contributo alla discussione.

Per prima cosa è bene aggiungere alla visione di tutti il piatto in collezione privata (fig. 1) presente nel primo saggio1 che tratta dettagliatamente l’argomento in questione tratto da Le “ Belle” nella ceramica di Acquapendente; aut. Romualdo Luzi in, Le ceramiche medievali e rinascimentali di Acquapendente, “Atti del I Convegno di studi. Acquapendente 20 Maggio 1995”.

FIG1

fig 1

Su di esso è riportata la data 1588 ed il cartiglio è verticale come il piatto di Cremelia aggiungiamo quindi

LIVISA BELLA” alla nostra parata di bellezze; nella scheda Luzi descrive il piatto come realizzato ad ingobbio sotto vetrina, interessante anche il frammento proveniente da Farnese2 descritto nello stesso articolo che sappiamo ingobbiato e invetriato esternamente (fig.2)

FIG2

fig 2

A questo punto volevo aggiungere alcuni frammenti (fig.3-fig.4-fig.5) provenienti da Acquapendente3 in particolare

FIG3

fig 3

FIG4

fig 4

FIG5fig 5

I primi due dagli scavi di via Rugarella 84 (2014) mentre il frammento di fig. 5 dagli scavi di Piazza Tranquillo Guarneri (1990), questi frammenti da una prima analisi sembrano tutti realizzati con la tecnica dell’ingobbio ed hanno l’esterno invetriato.

Così come i due frammenti da raccolta privata (fig.6 e fig.7) anch’essi provenienti da Acquapendente4.

fig6

fig 6

fig7

fig 7

E’ impressionante come tutti questi frammenti possano essere indistintamente sovrapposti ad uno qualsiasi dei piatti delle nostre belle senza che i piatti stessi perdano la loro compiutezza grafica. Mi sono divertito a fare una piccola manipolazione fotografica per dimostrare l’appartenenza di questi frammenti a piatti identici a quelli in questione (fig. 8, 9, 10, 11).

fig8

fig 8

FIG9

fig 9

fig10fig 10

fig11

fig 11

Questo a dimostrazione che per circa 20 anni (1579-1596) la produzione di queste tipologie di piatti ha utilizzato gli stessi spolveri e lo stesso modus operandi, con lievi modifiche che riguardano l’ornato e gli accessori; altro accostamento irriverente può essere “l’ispirazione iniziale” che può aver avuto il pittore delle belle, rubando la posa a qualche copia circolante della venere del Botticelli (fig.12) perdonatemi l’azzardo ma i mezzi informatici ci permettono questo ed altro.

fig12

fig 12

Ritornando sull’argomento può essere interessante, per approfondire l’iconografia, elencare i tipi di orecchini, la collana principale, il pendente della collana, la collanina secondaria (sempre presente), così come le finiture degli abiti, le acconciature dei capelli, le date e i cartigli con i nomi. Il solo confronto tra i decori del corpetto (fig13): tre linee verticali alternate con spazi riempiti da x e da riccioli o s segnati in senso orario e antiorario, graffiti in bianco su fondo blu, permette di dire che sono pressoché identici su tutte le “belle”5.

FIG13

fig 13

Voglio ora inserire una nota di attualità nella discussione mostrando ciò che gli artigiani di Acquapendente ancorati alla forte tradizione locale ancora producono; le foto (fig. 14-15-16) che seguono sono ceramiche6 che richiamano le nostre belle del passato e dovute all’abile mano del ceramista aquesiano Claudio Ronca.

fig14

fig 14

fig15

fig 15

fig16

fig 16

Sono dunque tante le “belle” sconosciute che sono state prodotte negli anni e per il futuro ci dobbiamo aspettare di incontrarne altre, magari con qualche indizio per poter dare un nome al “Pittore di Cremelia” .

Per concludere essendo tutti i frammenti prima illustrati e i piatti descritti da Luzi ingobbiati e invetriati all’esterno è interessante capire se il piatto di “Cremelia” può essere un discriminante essendo una maiolica, non ingobbiata; se la Prof.a Gardelli ha la possibilità di fare una ricognizione sul piatto ci può aiutare ad escludere questo, che ad oggi è l’unico elemento che differenzia la nostra bella dalle altre.

NOTE:

1) in “LE CERAMICHE MEDIOEVALI E RINASCIMENTALI DI ACQUAPENDENTE” , Atti del I° Convegno di Studi (Acquapendente 20 maggio 1995) a cura di Renzo Chiovelli, edito dal Comune di Acquapendente e dalla sede locale dell’ Archeoclub d’Italia, Maggio 1997, pag.63-71

2) come sopra pag. 106 e in “Ceramiche medievali e rinascimentali del Museo di Farnese” Testimonianze dai butti del centro storico, Luciano Frazzoni, edito dal Sistema Museale del Lago di Bolsena, Quaderni n° 8, Bolsena 2007, pag.43.

3) Scavi eseguiti dalla Soprintendenza per l’Etruria Meridionale in collaborazione con l’Archeoclub di Acquapendente.

4) In uno dei frammenti ingobbiati ed invetriati all’esterno si intravede il cartiglio con parte del nome “BATOM”?

5) Anche il frammento di fig. 7 ha il corpetto con le stesse caratteristiche degli altri piatti.

6) le immagini delle ceramiche sono state riprodotte su mattonelle smaltate 20×20 cm. tratte da disegni originali.